Comprendere il sistema previdenziale può essere complesso, soprattutto per i professionisti alle prime armi o in fase di cambiamento professionale.
In questo articolo, affrontiamo le dieci domande più frequenti riguardanti l’iscrizione all’ENPAPI e il sistema contributivo. Dalle aliquote dei contributi alle modalità di pagamento, dalle possibili riduzioni alle conseguenze dei ritardi, queste FAQ offrono una panoramica essenziale per orientarsi nel mondo della previdenza infermieristica.
Che siate neolaureati all’inizio della carriera o professionisti esperti alla ricerca di chiarimenti, troverete qui informazioni preziose per gestire al meglio la vostra posizione previdenziale.
- Chi deve iscriversi all’ENPAPI?
Gli Infermieri, gli Infermieri Pediatrici e gli Assistenti Sanitari iscritti ai relativi Albi provinciali che esercitano attività libero professionale, in forma singola o associata senza vincolo di subordinazione, sono obbligatoriamente iscritti all’ENPAPI. L’obbligo sussiste anche se svolgono contemporaneamente attività di lavoro dipendente.
- Qual è l’aliquota del contributo soggettivo?
A partire dal 1° gennaio 2016, l’aliquota del contributo soggettivo è del 16% del reddito professionale netto. È possibile optare per un’aliquota superiore, fino al 23%, per incrementare il proprio montante contributivo.
- Quali sono i tipi di contributi da versare all’ENPAPI?
I principali contributi da versare all’ENPAPI sono:
- Contributo soggettivo
- Contributo integrativo
- Contributo di maternità
- Qual è l’importo minimo del contributo soggettivo?
A partire dal 1° gennaio 2016, il contributo soggettivo minimo è di 1.600,00€. Questo importo può essere rivalutato annualmente dal Consiglio di Amministrazione in base all’indice ISTAT.
- Come si calcola il contributo integrativo?
Il contributo integrativo è pari al 4% del volume d’affari IVA. È dovuto un contributo integrativo minimo di 150,00€, che può essere rivalutato annualmente.
- Ci sono riduzioni previste per il contributo minimo?
Sì, sono previste riduzioni del 50% del contributo minimo in alcuni casi, tra cui:
- Per i primi quattro anni di iscrizione per i titolari di partita IVA
- Fino al compimento del trentesimo anno di età
- In caso di sospensione dell’attività professionale per almeno sei mesi continuativi nel corso dell’anno solare
- Quando e come si pagano i contributi?
Le modalità e le scadenze di pagamento dei contributi sono stabilite annualmente dal Consiglio di Amministrazione. Generalmente, i contributi possono essere versati in più rate nel corso dell’anno.
- È possibile rateizzare i contributi non pagati?
Sì, il Consiglio di Amministrazione può concedere, su richiesta dell’interessato, la rateizzazione degli importi dovuti per contributi, sanzioni e interessi che risultassero insoluti alla data della domanda.
- Cosa succede se si ritarda il pagamento dei contributi?
In caso di ritardo nel pagamento, si applicano interessi di mora pari allo 0,60% per ogni mese o frazione di mese. Se il ritardo supera i 90 giorni, si applica anche una sanzione pari al 10% del capitale non pagato tempestivamente.
- Come viene rivalutato il montante contributivo?
Il montante contributivo individuale viene annualmente incrementato su base composta al 31 dicembre di ciascun anno, con esclusione della contribuzione dello stesso anno, al tasso di capitalizzazione dato dalla variazione media quinquennale del PIL nominale calcolata dall’ISTAT.
Esempio di calcolo dei contributi:
Supponiamo che un infermiere libero professionista abbia un reddito professionale (al netto dei costi) di 30.000€ e un volume d’affari (cioè il fatturato totale) di 35.000€.
Contributo soggettivo: 16% di 30.000€ = 4.800€ (Essendo superiore al minimo di 1.600€, si versa l’importo calcolato)
Contributo integrativo: 4% di 35.000€ = 1.400€ (Essendo superiore al minimo di 150€, si versa l’importo calcolato)
Contributo di maternità: 81€ (corrisponde al 25% del contributo integrativo minimo)
Totale contributi da versare: 4.800 + 1.400 + 81 =6.281€
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